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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 

" A 10 anni da Nassirya. Paglia: La vittoria di un soldato e' far tornare il sorriso a un bambino "

 

Intervista rilasciata al Secolo d'Italia

Gianfranco Paglia non ha bisogno di presentazioni. È medaglia d’oro al valor  militare per la sua dedizione e il suo sacrificio nella battaglia del 2 luglio 1993 al pastificio di Mogadisco. Gravemente ferito in quella tragica giornata, ha perduto l’uso delle gambe. All’epoca era sottotenente dei paracadutisti. Oggi è tenente colonnello e consulente del ministro della Difesa Mario Mauro. È stato deputato nella XVI legislatura. Con Paglia ricordiamo il decimo anniversario della strage di Nassiriya.

Come ricordi quello tragica giornata di dieci anni fa? Quale immagine ti è rimasta più viva nella memoria?

Sicuramente la fila chilometrica davanti all’Altare  della Patria. Il sacrificio dei nostri soldati a Nassiriya ha risvegliato le coscienze degli italiani. Quel pellegrinaggio spontaneo è stato un segnale  importante di cambiamento morale del nostro Paese, un Paese  che  fino ad allora non sempre capiva bene quello che facevamo, quale era il nostro lavoro di soldati delle missioni di pace.

Il 12 novembre è diventata una data  simbolo della memoria comune?

Certamente. Gli italiani in questi anni ha continuato a ricordare, ben al di là dell’emozione del momento.  Non c’è città o paese che non abbia  intitolato una via o  una piazza ai caduti di Nassiriya. Non a caso è stata istituita il 12 novembre come Giornata del Ricordo dei Caduti, militari e civili, nelle Missioni internazionali di pace. Il ministro Mauro ha tenuto  a ricordare in modo particolare questa ricorrenza.

Non tutti però ancora capiscono. Ci sono ancora  pregiudizi in una parte dell’opinione pubblica…

Purtroppo Sì. E ciò mi addolora. Soprattutto quando si sente dire da qualcuno che i soldati impegnati nelle missioni di pace lo fanno per denaro. È assurdo affermare una cosa simile.  Quando parti,  metti i gioco te stesso, la tua professionalità.  Parti perchè sei un soldato, non per i soldi. Siamo tutto tranne che dei mercenari. La tua vita vale molto di più di quello che puoi guadagnare.

Che cosa pensi di quelli che scrivono “10, 100, 1000 Nassiriya”?

Penso che sia povera gente, gente che non ha valori.  Dispiace anche ci sia strumentalizzazione politica. Penso anche alle polemiche sul rifinanziamento delle missioni. Chi provoca certe polemiche non è consapevole del valore  del lavoro dei nostri soldati. Sono cose che dispiacciono e feriscono.

Una volta si diceva che la missione del soldato è difendere la Patria alle frontiere. Oggi come si dovrebbe dire?

Che si può difendere la Patria in molti modi, anche a molti chilometri di distanza, contro i terroristi. Ma oggi non c’è solo questo. C’è, anche e soprattutto, il desiderio  di fare qualcosa per gli altri, di permettere a tante popolazioni di avere un futuro.

Qual è il pensiero costante di un soldato impegnato all’estero?

Certamente quello di tornare vivo a casa.  Ma anche e soprattutto quello di far tornare il  sorriso a un bambino. Quando riesci a fare questo, vuol dire che hai vinto. La casa e la famiglia sono pensieri costanti.  Ma il pensiero fisso è portare avanti la missione,  far capire alla popolazione  che non sei un invasore, che stai cercando di fare qualcosa per loro.

Qual è  oggi l’immagine del soldato italiano nel mondo, soprattutto tra le forze che partecipano alle missioni? 

C’è grande rispetto negli altri contingenti nei nostri confronti. È un rispetto che abbiamo conquistato  con la nostra professionalità, con la nostra umanità e con il sacrificio dei nostri caduti.  Abbiamo dimostrato di saper portare il fucile, ma anche l’aiuto. E non è semplice. L’umanità fa la differenza.

Un pensiero, in conclusione, ai due marò detenuti in India. 

 Voglio dir loro grazie per la dignità che continuano a dimostare giorno per giorno, la dignità del soldato che compie il suo dovere.  È un grande  insegnamento.

 
" Solite polemiche in Parlamento "
 E' bene fare chiarezza

"Dispiace la polemica che sta montando sul rifinanziamento sulle missioni internazionali per la pace." È quanto dichiara il Ten. Col. Gianfranco Paglia, consigliere del ministro Mauro."È opportuno chiarire- ha continuato- che le Forze Armate non appartengono a nessun colore politico e se un giuramento é stato prestato questo è quello alla Bandiera. I nostri militari sarebbero ben contenti di stare a casa, ma con grande spiritato di servizio e sacrificio, sono pronti ad andare in qualsiasi teatro quando vengono chiamati. E non a caso sono l'esempio più bello. I soldati italiani non sono guerrafondai, bensì dei veri professionisti capaci allo stesso momento di portare un fucile e regalare un sorriso a quei bambini che vivono in un contesto tutt'altro che felice. Del resto il motivo fondamentale per cui sono mandati in missione è quello da un lato di sconfiggere il terrorismo, dall'altro lavorare per cercare di dare un futuro migliore a quei popoli con cui vengono in contatto. Vorrei, comunque, ricordare ai tanti che fanno confusione che le missioni in cui le nostre Forze sono impegnate sono tutte sotto mandato internazionale. Questo vuol dire che è la stessa comunità internazionale a richiederle. Le polemiche scatenatesi, quindi, nell'ultimo periodo mi sembrano più strumentali che altro".

 

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"Alla cerimonia del 226 anniversario della Scuola Militare Nunziatella, il gen. Graziano ha ricordato il decennale di Nassirija ed il ventennale del Checkpoint Pasta."


 
Di amministratore (del 20/11/2013 @ 17:29:24, in Comunicato stampa, linkato 1094 volte)
"Convegno a Spoleto: Il significato di Pace, Libertà, Onore e Patria nel XXI sec."



Spoleto - Questa mattina il Ten. Col. Gianfranco Paglia ha partecipato al convegno “ Il significato di Pace, Libertà, Onore e Patria nel XXI sec.”, e alla deposizione di una corona presso il monumento dedicato ai Caduti Militari e Civili nelle missioni internazionali per la pace , organizzato dall'associazione I Cento Comuni di Spoleto. " Mai come in questo momento - ha rimarcato Gianfranco Paglia - il tema del convegno è di scottante attualità, proprio alla luce di quanto sta accadendo ritornano alla ribalta valori come l'onore, l'amor di patria, che sembravano essere anacronistici. Ed è giusto ricordare coloro che sono caduti nelle missioni internazionali per la pace, perchè solo attraverso il ricordo non solo resta alto il loro sacrificio, ma raccontando gli avvenimenti si riesce a far comprendere sempre di più l'importanza ed il ruolo dei nostri militari impegnati nei vari teatri operativi. E nonostante questo, addolora quando, a volte, si sente dire che i soldati partono per denaro. È assurdo affermare una cosa simile.  Quando si va in missione, si  mette in gioco la vita, la professionalità.  Si parte perchè si è innanzitutto soldati. Sono tutto tranne che dei mercenari. La vita vale molto di più di quello che si può guadagnare. Il loro esempio è da considerare un insegnamento: sono pronti all'estremo sacrifico pur di difendere la pace e la libertà di popoli che non hanno la fortuna di conoscerla. E credo anche - ha concluso il Ten. Col. Gianfranco Paglia - che non sia un caso che i militari all'estero siano considerati dei modelli, e questo, per noi italiani, deve essere motivo di orgoglio."

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