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Hanno Scritto di Lui |
Ad un eroe Tu che hai Dal libro “A.A.A. un cuore soffre “ di Salvatore Bonavita novembre 1993 |
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Manifestazione per la pace Sono felice ed Orgoglioso di
partecipare a questa manifestazione per la pace. Ringrazio quindi
l'organizzatore Sabatino MENNA e le Autorità Locali per
averla resa possibile. Questa parola PACE, tanto desiderata da quei
popoli in lotta, è l'unica speranza che il mondo si auspica.
- PACE vuol dire serenità, benessere; GUERRA, invece, vuol
dire distruzione, atrocità, fame, morte! e, per coloro che
sopravvivono, il segno che non si cancella più dalla loro
mente e dai loro corpi. - Avevo poco più di 20 anni,
imbarcato sulla Fregata Libeccio della M.M. in qualità di
Sottufficiale quando partecipai alla missione in Golfo Persico.
Più volte, anche in quella circostanza, ho sperato che la
pace prevalesse sulla guerra; domandandomi una, cento, mille volte
perché l'uomo continuasse ad essere così ostile
nei riguardi del prossimo. Grazie! Dario SPARANO |
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Napoli, 5 Aprile 1996 Da grande Io, Vito Paglia, Il “piccolo” Vito (cugino di 9 anni) |
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Marcello Veneziano Ci sono due parole bellissime che
in questi giorni sono diventate insopportabili: patria e
solidarietà. Evocano grandi slanci, nobili storie di
dedizione, ma in questa Repubblica scalfarana sono diventate il
paravento di due turpi realtà: la solidarietà
copre l’inefficienza e il parassitismo e la patria copre la
difesa della partitocrazia e dei suoi assetti. E allora io vorrei
parlarvi di un esempio quasi miracoloso di amor patrio e
solidarietà praticata e non predicati, e sulla pelle
propria, non degli altri. Dunque, vi ricordate le medaglie
d’oro al valor militare?Ma dai, è roba antica non
stiamo in guerra da più di mezzo secolo, per fortuna;
saranno tutti morti o quasi. Trombonate. Tratto da “il giornale“ 19 settembre 1996 |
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Gianfranco Paglia: un esempio “ Non sono
d’accordo con Bertold Brecht. Il popolo beato è
quello che ha bisogno di eroi”. Gianfranco Paglia sorride, in
tanti lo considerano un esempio, un punto di riferimento. Lo abbiamo
incontrato e ci ha impressionato la vivacità e
l’allegria tipica dei campani, la serenità
invidiabile, la modestia che suscita anche nei suoi superiori, un
profondo rispetto. Paglia minimizza: “Io eroe? No, gli eroi
sono altri, ho fatto solo il mio dovere”. Costretto sulla
sedia a rotelle dalla grave ferita alla colonna vertebrale,
è già tornato in “zona
d’operazione” per salutare i suoi colleghi
impegnati in Bosnia, non ha perso né il buon umore
né la combattività. E questa volta combatte anche
per riconquistare la posizione eretta sottoponendosi a faticosissimi
esercizi fisici, allora Gianfranco 27 anni è una medaglia
d’Oro al Valor Militare. Ti senti un eroe? “Ma mi
ci vedi nei panni dell’eroe? –Ride di gusto e si
schernisce. –No, non scherziamo, non ho fatto nulla di
particolare, solo il mio dovere. |
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“ Si, è stato un bel momento. Una grande esperienza che mi ha lasciato tanto. Intanto sotto il profilo professionale. Hai modo di mettere in pratica quello per il quale ti addestri quotidianamente. Senza considerare l’aspetto umanitario della missione. Noi siamo andati in Somalia per aiutare un popolo sconvolto dalla guerra civile e dalla fame. E in molti casi il nostro intervento è stato provvidenziale”. Che cosa spinge oggi un giovane a sceglier di partire per una missione militare all’estero? “La voglia di fare quello in cui credi. Forse non tutti la pensano così, ma sono in tanti quelli che sono disposti a rischiare la vita per un’idea, una bandiera, per dei valori”. Tratto dalla rivista “Folgore“ settembre 1997 |
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Lo ha baciato il sole! Giovin Cesare Simula dicembre 1999 |
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Quasi Trenta Difficilmente ti ricorderai di
me. Mi chiamo Silla Giusti, all’epoca della missione IBIS II
anch’io, come te, ero comandante di plotone paracadutisti
presso il l’ex Ambasciata Italiana, a Mogadiscio. Provenivo
dal 148° corso AUC e cioè, credo, quello esattamente
antecedente al tuo: Filedei e Lo Cicero, i miei
‘allievi’ del 185° Reggimento, mi parlavano
spesso dite. Poche settimane dopo la conclusione della mia permanenza
in Somalia, mi sono congedato e sono tornato alla vita civile. Cordialmente, Silla Giusti |
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Dal libro... ... L'ultima branda la occupava D'Agostino, un paracadutista ufficiale, come Stefano. Non diversamente da Stefano, per suffragare la propria vita con emozioni adulte. Schianato a letto, e non più come Stefano. Sembrava legato. Era bloccato da cavi di trazione. Nelle braccia, gli aghi della flebo. Sembravano parti del corpo che non avevano saputo sistemare. Aveva due differenti drenaggi. Era cosciente, però. Gli occhi, socchiusi, erano accesi. |
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Scandalo Somalia: Anatomia di un falso TEN. PAR. MEDAGLIA D’ORO V.M. GIANFRANCO PAGLIA -Missione IBIS 2 - Somalia Ho ascoltato
l’intervento di Gianfranco Paglia nell’ambito del
convegno del 15 e 16 giugno 2000. Non sono andata ad interpellarlo,
forse per pudore, forse per un senso di rispetto, però
ritengo importante citare alcune sue parole, che rappresentano una
testimonianza dalla Somalia di una persona che porta impressa, in modo
indelebile, sulla sua pelle, la memoria della missione. Il caso Carlini, un militare in ostaggio |
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CONTINUA |